Lo spettacolo, l'intervista, la cena RIONDINO AFFASCINATO DA D'ANNUNZIO E DAL CENTRO STORICO Di Daniela Musini
Maledetta pioggia, viene giù che Dio la manda. Lo spettacolo di David Riondino, "Satire e satiri" è appena concluso. Grande recital: un percorso attraverso la
satira, da quella sorprendente di Ernesto Regazzoni a quella pungente e amara di Flaiano, fino ai graffi di Stefano Benni all'ironia di Joao Mesquino, personaggio inventato da
Riondino stesso. La musica di Valori (Rolli al contrabbasso e Pecoriello al sax sono stati mitici) dialoga con i brani in una commistione giocosa e colta. Giuliano Savi, al
microfono di Radio Luna, coinvolge Riondino, la sottoscritta in una diretta: è l'una inoltrata, ma ne esce una schermaglia dilettevole e sapida tra una malata di d'Annunzio ed un
disincanto e arguto antidannunziano; il pubblico fa capannello, compiaciuto e divertito. Poi, con Angelo Valori e pochi altri, andiamo a cena; corso Manthonè è gremito e Riondino,
che pure qui c'era già stato, ne è impressionato:
"Ragazzi, ma questa è la movida spagnola, mai vista una città con quaranta osterie che costeggiano un strada come qui". All'Osteria dei Miracoli ci raggiungono Milo Vallone con la dolce Filomena. Riondino continua ad esternare il suo compiacimento per "il fiume e la Memoria"(pubblico straordinario), per gli spazi quasi adottati (non conosco città dove si possa recitare sotto un viadotto di un asse attrezzato, se lo vedesse Peter Grennaway, visionario regista inglese impazzirebbe). Ma come, Sgarbi non aveva detto che era uno scempio architettonico da criminali...E lui"Ma che dice è bellissimo, se usate quei piloni a mò di fondale e ci proiettate su qualcosa, avrete una scenografia incredibile".
Rilassato, spiritoso, disponibile, Riondino mostra curiosità avida e golosa per D'Annunzio e lo ricopre di aneddoti. Conversazione succulenta, come la cena. Caffè e
ammazzacaffè. Lo sguardo insonnolito dei camerieri ci dice che sono le tre e mezzo del mattino. La movida è al culmine, David sorride,"ruba" un libro sul vate
(conquistato anche lui!) e ci dà la buonanotte.
|