UN ENTE PER GESTIRE LA RASSEGNA "Il fiume e la Memoria" chiude con un progetto ambizioso Di Saverio Occhiuto
Pescara.
Avrà anche perso il suo vecchio fascino, avvelenato da mille cloache e sacrificato ai costi della modernizzazione. Ma per due settimane il fiume ha ritrovato la sua "memoria" e restituito orgoglio e dignità alle golene decantate da D'annunzio. Certo, la strada è ancora lunga per trasformarlo in un piccolo Tamigi, come auspicato dall'assessore alla cultura Licio Di Biase.
Ma l'ambizioso progetto illustrato ieri assieme al bilancio della manifestazione "il fiume e la memoria" è proprio questo. "Ci troviamo a un punto
di svolta" ha spiegato Di Biase." Questo evento sta diventando un appuntamento di dimensione regionale, se non addirittura nazionale. Così non è più gestibile, il comune
da solo non può farcela. Bisogna pensare al futuro. E, sopratutto , vogliamo che il fiume torni protagonista della vita della città". Come? Un progetto preciso non c'è
ancora, solo qualche idea. Di Biase non esclude che per le prossime edizioni del festival – che quest'anno ha toccato le 85.000 presenze contro le 73.000 dello scorso anno- il
comune possa affidarsi ad un ente autonomo per l'organizzazione dell'evento estivo. Ma, oltre che della parte artistica, come spiega ancora l'assessore alla cultura, bisognerà
preoccuparsi di attivare interventi di carattere scientifico sul modello del Tamigi, con l'obbiettivo di rendere il fiume navigabile e recuperare la sua vita". La
rassegna"il fiume e la memoria" si è conclusa domenica sera con l'esilarante monologo del cabarettista Rocco Barbaro, il "calabrese trapiantato a Milano"
capace di trattare con grande autoironia il difficile rapporto tra Nord e Sud. Di Biase ha definito l'edizione di quest'anno "di grande spessore ed equilibrio, per avere
saputo bilanciare la presenza di artisti di fama con quelli locali". E dopo avere "la grande attenzione e la grande maturità dimostrata dal pubblico pescarese e non, che
ha affollato le due golene", l'assessore si è anche soffermato sulla ricaduta turistica e d'immagine che il festival continua ad avere per la città: "Ieri nel centro
storico è stato inaugurato il quarantunesimo locale. Ora siamo riusciti anche a riappropriarci del fiume". Alla soddisfazione di Di Biase si è aggiunta quella del
direttore artistico de "il fiume e la memoria", Milo Vallone: "Quest'anno c'è stato un grande salto di qualità. Tutto è stato curato in modo egregio, siamo riusciti
ad integrare con gli artisti, che hanno dimostrato grande entusiasmo per questo evento. Il pubblico ci ha seguiti con entusiasmo, nonostante gli incidenti meteorologi che ci
hanno spesso costretti a cambiare programma all'ultimo momento". Anche Vallone ha tuttavia concordato sulla necessità che il festival si "stacchi dalla burocrazia
comunale".
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